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La survey ‘Gli italiani e la solidarietà ai tempi del coronavirus’, promossa dal Comitato Testamento Solidale e condotta nel giugno scorso da Walden Lab su un campione di 1.015 persone con età compresa tra i 25 e i 75 anni ha voluto indagare l’abitudine al dono degli italiani ed eventuali cambiamenti sopraggiunti a seguito dell’emergenza pandemica, restituendo dati confortanti sui comportamenti donativi.
Gli Italiani e le donazioni
Innanzitutto nel corso del 2021 ben 7 italiani su 10 hanno dichiarato di aver effettuato almeno una volta nella vita una donazione (+4% rispetto all’anno precedente) e, rispetto al 2020, è cresciuta la fiducia dei donatori verso le Onlus, che sono state scelte per una donazione a sostegno dell’emergenza Covid nel 13% dei casi (più del doppio rispetto allo scorso anno quando il valore si era attestato al 6%). Per contrastare l’emergenza sanitaria i donatori hanno scelto di sostenere anche direttamente le strutture ospedaliere (nel 9% dei casi con un incremento di tre punti percentuale) e la Croce Rossa, stabile con l’8% delle scelte. Rispetto al 2020 cala invece la Protezione Civile, di ben tre punti (dal 10% al 7%).
Tra le cause maggiormente sostenute troviamo:
Le intenzioni di donazione non cambiano se si proietta l’interesse verso il futuro: gli intervistati infatti ritengono che tra le cause di primaria importanza da sostenere ci saranno sempre la ricerca scientifica e le categorie più svantaggiate, seguite da fame, povertà, animali, malati ed emergenze umanitarie.
Gli italiani e il testamento solidale
Il focus sul Testamento Solidale rileva che lo strumento è conosciuto dal 73% del campione, valore che cresce di ben 10 punti se si considera la fascia di età over 60. Il 22% degli over 50 si dichiara propenso a redarre un Testamento Solidale oppure lo ha già fatto. Contrariamente a questo dato, si riduce più in generale la propensione a fare testamento, difatti il 42% degli intervistati si dichiara intenzionato a non farlo (nel 2020 la percentuale era del 34%).
È interessante notare come, malgrado la maggiore conoscenza dello strumento, quasi la metà degli intervistati ritiene ancora che il Lascito Solidale sia appannaggio soltanto di chi non ha eredi diretti (47%) o di chi disponga di patrimoni importanti (40%). Soltanto il 13% del campione intervistato crede che il Lascito Solidale sia un gesto che tutti possiamo compiere, prescindendo dalla nostra situazione economica o familiare. Le principali motivazioni per l’indecisione sulla disposizione di un lascito sono legati alla precarietà economica dei figli, la sfiducia verso l’effettivo impiego dei fondi ed il timore per le reazioni della famiglia.
La redazione del Testamento solidale sembra infatti essere una scelta ‘privata’ e non condivisa della singola persona, che nel 33% dei casi (over 70 anni) dichiara che vorrebbe prendere la decisione in autonomia, mentre il 66% del campione vorrebbe coinvolgere la famiglia. L’aiuto richiesto, in questo caso, sarebbe rivolto alla condivisione della scelta dell’Organizzazione beneficiaria (31%), l’importo da donare (28%), se fare o meno il lascito (22%), quali e quante cause sostenere (19%).
La ricerca completa è disponibile sul sito di Testamento Solidale.
Gaia Relucenti, socia ASSIF e componente del gruppo di lavoro sulla Ricerca
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