Come farsi retribuire

Perché non è efficace la retribuzione a percentuale

Al pari di altre professionalità, quella del fundraiser o del consulente di fundraising si basa sulla costruzione di relazioni con il donatore e su strategie che danno risultati soprattutto nel lungo periodo e che concorrono a rendere autonoma l’organizzazione nonprofit.

ASSIF, al pari di altre importanti realtà nazionali e internazionali per la professione del fundraiser come AFP, è contraria alla retribuzione a percentuale e, attraverso il codice etico, ne vieta la pratica ai propri associati.
Nel 2012 ha lanciato la campagna O%, IO NON LAVORO A PERCENTUALE:

  • il risultato del lavoro del fundraiser non è solo l’ammontare di donazioni raccolto, ma principalmente la costruzione di una rete di relazioni con i sostenitori e con i potenziali donatori attraverso il consolidamento di un rapporto di fiducia reciproca;
  • la scelta di donare da parte di una persona può non avvenire immediatamente, ma solo a seguito di sollecitazioni ripetute;
  • il reale valore della prestazione fornita tiene conto anche dei risultati intangibili che la sua attività genera con passione, etica e competenze;
  • l’efficacia dell’attività di raccolta fondi non dipende unicamente dal proprio operato, bensì da una pluralità di fattori e dal coinvolgimento di tutta l’organizzazione;
  • specialmente nelle realtà che iniziano da zero a fare fundraising, l’attività di start-up dell’attività di raccolta fondi richiede tempo e dà risultati limitati nel breve periodo;
  • il fundraiser non ha un catalogo “magico” di nominativi donatori disposti a sostenere qualsiasi causa, bensì attraverso la propria attività costruisce un patrimonio proprio dell’organizzazione;
  • la retribuzione a percentuale può indurre a scelte e comportamenti più mirati al guadagno personale che all’interesse dell’ente per cui opera e alla volontà del donatore.

Quale retribuzione adottare

Il fundraiser, come la maggior parte dei professionisti, dovrebbe ricevere uno stipendio fisso commisurato alla responsabilità, alle mansioni, all’esperienza e all’anzianità.

È possibile riconoscere un bonus o un premio al fundraiser per il raggiungimento di uno specifico obiettivo. Non deve essere una componente variabile basata sull’importo di donazioni raccolte, bensì un importo fisso stabilito precedentemente, commisurato all’obiettivo da raggiungere.