
Nelle ultime settimane sono stati presentati i dati di tre nuove ricerche che descrivono ,da punti di vista diversi, come sta evolvendo il Terzo Settore in Italia e in particolare il mondo delle donazioni.
Nonostante alcuni limiti di rappresentatività statistica e di confrontabilità del dato, come evidenziato anche recentemente da Massimo Coen Cagli (componente del gruppo di lavoro sulla ricerca di ASSIF) in un articolo uscito su Vita Non Profit queste ricerche rappresentano dei tasselli importanti che ci permettono di compore e comprendere meglio il puzzle che rappresenta lo stato dell’arte reale del nostro settore.
Censimento permanente istituzioni non profit 2018 – ISTAT
L’ISTAT dal 2016 ha attivato la strategia dei censimenti permanenti che le permette di aggiornare annualmente i dati, sulla base di una rilevazione campionaria degli iscritti.
L’aggiornamento dei dati al 31 dicembre 2018 mostrano che:
- il numero delle istituzioni continua a crescere costantemente (intorno al 2%) ogni anno, attestandosi a 359.574 istituzioni. Tale crescita ha caratterizzato maggiormente il Sud Italia (con un passaggio da 48,3 a 50,7 enti ogni 10 mila abitanti nelle isole e dal 43,7 al 45,7 nel resto del Sud Italia) anche se oltre il 50% delle realtà sono attive nelle regioni del nord Italia.
- la crescita del numero dei dipendenti è rallentata, passata dal 3,9% tra il 2016 e il 2017, all’1% tra il 2017 e il 2018, attestandosi su 853 mila dipendenti. Tra i settori con la crescita maggiore le istituzioni attive nei settori della tutela dei diritti e attività politica (+9,9%), dell’assistenza sociale e protezione civile (+4,1%), della filantropia e promozione del volontariato (+3,9%) e delle relazioni sindacali e rappresentanza interessi (+3,7%). Da segnalare un incremento del 6,3% dei dipendenti nelle fondazioni, pur rimanendo una sostanziale eterogeneità nella distribuzione tra le diverse forme giuridiche (le cooperative sociali impiegano il 53% delle risorse).
- l’85% delle istituzioni non profit opera senza dipendenti, percentuale che varia molto a seconda del settore di intervento (nell’istruzione e ricerca è ferma al 42,1% mentre nello sviluppo economico e coesione sociale arriva a solo il 29,8% delle realtà).
- se confrontato con il complesso delle imprese dell’industria e dei servizi, le istituzioni non profit continuano ad accrescere il proprio peso arrivando all’8,2% del totale (+2,3% rispetto il 2001), mentre rimane pressoché stabile il peso dell’impiego dei dipendenti (6,9%).
- nel 5×1000 del 2018 si può osservare una tendenza interessante: solo il 12% delle realtà che operano nella cultura, sport e ricreazione sono state scelte dai contribuenti per il 5×1000, nonostante rappresentino il 40% delle istituzioni non profit totali. Sono state invece premiate le istituzioni operanti nei settori dell’assistenza sociale e protezione civile (25,0%), dell’istruzione e ricerca (23,2%), della sanità (15,6%) e della cooperazione e solidarietà internazionale (12,3%)
Per scaricare il report completo: https://www.istat.it/it/archivio/248321
Global Trends in Giving 2020 // focus Italia – Italia Non Profit
In un articolo di qualche settimana fa avevamo analizzato i risultati a livello internazionale emersi dal Global Trends in Giving 2020. Italia non profit, partner per l’Italia della ricerca, ha pubblicato invece una analisi dei dati raccolti dalla stessa indagine, ma solo riferiti all’Italia.
La ricerca è stata distribuita in 133 Paesi e ha visto la partecipazione di 15.285 persone, di cui 13.468 donatori. Rispetto l’Italia, hanno partecipato 1.356 partecipanti di cui 1.166 hanno dichiarato di aver fatto una donazione (l’86% dei rispondenti).
Per leggere i risultati bisogna tenere sempre in considerazione che il questionario è stato fatto circolare in forma digitale e che la rete di partner che ne hanno dato visibilità avevano un forte patrimonio relazionale legato al tema del dono (come dimostra l’86% di donatori tra i rispondenti).
Dai risultati emerge che:
- le cause più sostenute sono quelle legati ai bambini e ai giovani (23%), alla salute e al benessere (23%) e agli aiuti umanitari (21%);
- i donatori sono sono mediamente giovani (dato probabilmente influenzato dallo strumento di diffusione dell’indagine): 34% tra i 40 e i 50 anni (Generazione X), il 32% tra i 23 e i 39 anni (Millennials), il 30% tra i 56 e i 74 anni (Baby boomers) e solo il 3% oltre i 75 anni;
- nell’anno donano un ammontare importante (il 56% ha donato tra 91 e 900 euro), ma meno rispetto al resto del mondo (il 92% degli italiani intervistati dona meno di 900 euro contro il 66% della media internazionale); il 64% ha sottoscritto un programma di donazione ricorrente;
- non donano solo soldi: il 59% ha svolto attività di volontariato e il 79% ha donato beni materiali;
- i donatori sono sempre più digital: ritengono più efficace per stimolare il dono, in ordine di efficaci, i social media (45%), le email (41%) e il sito web (35%); preferiscono donare con online (58%), con bonifico bancario (39%) [probabilmente tramite home banking nda] e Paypal (23%); infine la maggioranza esprime la propensione a utilizzare applicazioni per il fundraising con sistemi di credito e punti spendibili (cashback).
Per scaricare il report completo: https://italianonprofit.it/global-trends-in-giving-2020/
Noi doniamo 2020 – Istituto Italiano della Donazione (IID)
Giunto alla 3ª edizione, il report Noi doniamo 2020 non presenta dei dati propri ma cerca di fornire una lettura trasversale (grazie alla collaborazione di Assif, BVA Doxa, Caritas Italiana, Centro Nazionale Sangue, Centro Nazionale Trapianti, EU Consult Italia, Osservatorio di Pavia, WaldenLab) per ottenere una fotografia il più possibile omogenea del contesto.
Dalla lettura dell’edizione 2020, emerge che:
- gli italiani donano un po’ meno, anche a livello di donazioni informali (la quota cala dal 14,5% al 13,4% per l’indagine Istat “Aspetti della vita quotidiana”, dal 49% al 45% per “Italiani solidali” di BVA Doxa) ma aumenta la donazione media: da 70 euro a 77 euro secondo WandenLab;
- tra le cause al primo posto in tutte le rilevazioni la ricerca medico-scientifica seguita dal contrasto alla povertà e il sostegno ai malati e disabili.
- calano anche i volontari: si stima che i volontari all’interno di un ente siamo passati dai 5.538.000 del 2018 (10,5% della popolazione) ai 5.170.000 del 2019 (9,8% della popolazione). In testa sempre il Trentino Alto-Adige (21,4%), la Valle d’Aosta (17,2%) e li Veneto (13,9%). Cresce invece l’impegno nel volontariato per la pace e i diritti civili e ambientali, soprattutto da parte di donne tra i 14 e i 24 anni;
- tiene il numero di donatori del sangue, 1.683.470 gli italiani che fanno la donazione (+0,04% rispetto il 2018) e si mantiene importante il numero delle donazioni di organi oltre 1.700 donatori tra viventi e deceduti.
- in crescita l’attenzione dei media al tema del dono e del volontariato tra luglio 2019 e giugno 2020 grazie all’emergenza covid e acqua alta a Venezia: 954 notizie dedicate al tema su Rai, Mediaset e La7 (+113% in un anno); nel 58% dei casi il dono è stato rappresentato come reazione ad avvenimenti improvvisi e drammatici e solo nel 42% dei casi come buona prassi; nell’87% dei casi si è trattato di notizie legati a fatti e persone situate in contesti di prossimità; nelle 45.580 interviste analizzate il mondo delle associazioni è stato rappresentato da 1.283 soggetti, per una presenza in video pari al 3% del totale degli intervistati (nettamente inferiore al 32% dei soggetti politico-istituzionali, del 26% della gente comune e del 17% del mondo delle professioni).
Per scaricare il report completo: http://www.istitutoitalianodonazione.it/it/news-eventi/dd_121_3698/noi-doniamo-2020-rallenta-la-generosita-degli-italiani-il-dono-alla-prova-dell-era-post-covid