Approfondimenti utili per coloro che praticano la professione o vorrebbero scoprire le opportunità del Fundraising .
a cura di Eugenia Montagnini – Il Bando nella matassa (Excursus+)
Le opportunità di finanziamento sono molteplici e il rischio, se non sappiamo cosa stiamo cercando, è quello di non trovare nulla e farci cogliere da un senso di frustrazione e dal pensiero che i soldi non ci siano. Ma non è così.
Procediamo per step.
Il primo passo da compiere riguarda l’idea progettuale o il servizio (già in essere) per cui ci viene richiesto di cercare dei finanziamenti. Ogni progetto risponde a esigenze specifiche, ha target e territori/comunità di riferimento differenti, diversi livelli di innovazione (probabilmente se risponde a un bisogno primario non esprime nessuna carica innovativa). L’analisi delle differenze insite in esso permette di cogliere, secondo un’ottica di funding mix, plurime opportunità di finanziamento: diversi strumenti per finanziarlo (bandi, erogazioni a sportello, fundraising, finanza di impatto…) e diversi enti finanziatori con cui poter interloquire. Più è approfondito il livello di comprensione del progetto/servizio da parte del fundraiser e maggiori sono le strade di finanziamento che possiamo proporre al nostro cliente.
A fronte delle tante opportunità di finanziamento, in questo spazio di scrittura ci soffermiamo esclusivamente sui bandi e, a tal proposito, il secondo passo, come ricorda Alice nel paese delle meraviglie, è quello del tè: È sempre l’ora del tè, e negli intervalli non abbiamo il tempo di lavare le tazze. È sempre l’ora dei bandi. I bandi, infatti, non vengono pubblicati quando li si desidera e nonostante ciò il loro flusso è continuo. Secondo l’Osservatorio del Bando nella matassa, la media giornaliera dei bandi attivi nel corso del 2018 è stata di 950 (rivolti a enti profit, non profit, pubbliche amministrazioni, operanti in Italia ma anche all’estero); mediamente ogni 2 settimane sono 145 i nuovi bandi pubblicati da istituzioni pubbliche, da imprese e da fondazioni. Gli ambiti a cui afferiscono sono diversificati: dal welfare alla cultura, dall’innovazione tecnologica alla formazione, dall’imprenditorialità alla cooperazione sociale o internazionale.
Terzo passo strategico è dunque quello di orientarsi all’interno di questo flusso continuo e imponente, di non lasciarsi travolgere, dotandosi di opportuni strumenti di monitoraggio che permettano ai fundraiser di tenere sotto controllo, con efficacia e senza dispendio di tempo, tutte le opportunità.
Il quarto passo da mettere in atto riguarda il giusto bando: come sceglierlo? Come investire in tempi di progettazione e di interlocuzione con un ente finanziatore, certi che al momento dovuto, senza dispendio di energie, il finanziamento arriverà? Il bando è vincolante e rigido (a differenza di altre forme di finanziamento); ciò che il finanziatore desidera finanziare è ciò che sta scritto nel testo del bando: nulla di più, nulla di meno. La coerenza dunque fra gli obiettivi del bando e il progetto da finanziare deve essere massima, ma ciò non è comunque sufficiente. Il bando prevede l’erogazione di un contributo che per la sua entità e che per i suoi tempi di erogazione deve essere effettivamente sostenibile per chi riceverà tale finanziamento. Le competenze richieste all’organizzazione che propone il progetto (e/o alla partnership) devono essere prontamente riscontrabili. Qua mi interrompo ma le indicazioni non si esauriscono. Il bando va letto, approfonditamente e a esso è necessario attenersi.
Il giusto bando è dunque quell’opportunità di finanziamento che ci permette di fornire gambe e ossigeno a progetti e servizi; se così non è ci troviamo di fronte a una perdita di tempo e, indubbiamente, di risorse economiche. O il bando è giusto o non è.
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