Approfondimenti utili per coloro che praticano la professione o vorrebbero scoprire le opportunità del Fundraising .
Grazie al decreto di agosto (dlg 104/2020 convertito in Legge 126 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 13 ottobre 2020, in vigore dal 14 ottobre), dal prossimo anno, i contribuenti potranno nuovamente devolvere il 2×1000 in favore di una associazione culturale.
Come evidenziato nell’Analisi sul 2×1000 alle Associazioni Culturali, a cura di Nicola Bedogni, nel 2016, anno in cui il 2×1000 venne introdotto la prima volta, erano stati distribuiti 11.469.955 € a 1.130 enti culturali (gli iscritti erano 1.178 di cui 232 in Lombardia, 174 in Piemonte, 124 in Veneto e 105 nel Lazio).
Il numero di preferenze era pari a 870.949, circa metà espresse e metà generiche, prevalentemente in Lombardia, Piemonte e Veneto.
Secondo l’analisi, per ogni scelta espressa indicando il codice fiscale dell’Associazione Culturale, la stessa aveva ricevuto 9,52 € dalla redistribuzione dell’importo totale generato dalle scelte generiche, coinvolgendo mediamente tra i 100 e i 499 contribuenti (57%).
Lo strumento nel 2016, nonostante il primo anno di rodaggio, aveva avuto un positivo riscontro da parte dei contribuenti. Se paragoniamo sullo stesso anno le destinazioni 2xmille ai partiti politici (che hanno avuto 2 anni in più per testare lo strumento) il numero delle destinazioni e gli importi erogati sono pressochè simili.
Per garantire i potenziali margini di crescita in questa riproposizione dello strumento andrebbe certamente aumentato lo stanziamento deliberato in questa nuova release che passa dai 100Milioni disponibili nel 2016 ai 12Milioni previsti per il 2021.
Alla luce di questi dati e dell’emergenza coronavirus che ha posto l’intero settore culturale in una situazione di grave crisi economica, anche il neonato Tavolo per il fundraising culturale ritiene importante la reintroduzione di questo strumento fiscale. Dal censimento permanente ISTAT sul non profit sappiamo che il 64,4% delle Onp italiane ha come settore di attività “cultura, sport e ricreazione” e dunque è lecito pensare che tanta parte del nostro non profit potrebbe usufruire del 2×1000.
Ricordiamo però che sotto la dicitura “associazione culturale” rientra non solo chi si occupa di cultura in senso stretto o esclusivamente di patrimonio culturale ma anche quelle organizzazioni che si occupano di arti performative, arti visive, arti contemporanee in tutte le sue forme, dal museo al cinema, dal teatro alla danza e alla musica in tutte le sue forma, ma anche quelle organizzazioni che si occupano della promozione o della valorizzazione e conservazione di quello che è il nostro ricchissimo patrimonio culturale immateriale, fatto di tradizioni e conoscenze che vanno dalla cucina all’agricoltura alla pastorizia ed ancora tanto altro. Rientrano spesso in questa categoria anche tutte quelle organizzazioni che scelgono la forma dell’associazione culturale e propongono attività strutturate da fare nel proprio tempo libero, dai corsi di teatro, musica, canto fino agli scacchi o persino agli Scout.
Nello stesso tempo i partecipanti al Tavolo per il Fundraising culturale, evidenziano come nel 2016 potevano essere ammesse esclusivamente le associazioni con finalità di svolgimento o promozione di attività culturali esistenti da almeno 5 anni al momento della presentazione della domanda di ammissione, tagliando così fuori, ad esempio, le molte fondazioni che si occupano di cultura (fondazioni ammesse fin dal primo anno di applicazione alle liste del 5×1000!)
Inoltre la mancanza di chiarezza sui criteri di ammissione e la scarsa comunicazione che venne fatta dello strumento 2×1000, comportò un gap di informazione e, per l’appunto, una comunicazione non chiara alla platea dei contribuenti e alle organizzazioni non profit stesse, creando una forte disparità tra enti dalla sigla conosciuta e altre realtà minori.
Per questo oggi, ritenendo la cultura al centro di numerosi processi di integrazione e coesione sociale, oltre che di azioni legate in modo incisivo con temi quali la qualità della vita e la salute delle persone, crediamo sia sempre più importante il dialogo con le istituzioni preposte al fine di non tenere più separati i due ambiti, culturale e sociale, e che un domani si possa ripensare allo strumento dei “x1000” in una visione d’insieme che consideri tutto il non profit nella sua complessa interezza e nella sua variegata composizione.
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