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A tu per tu con i soci ASSIF

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“A tu per tu con il socio ASSIF” 

Dietro ad ogni socio ASSIF, c’è un fundraiser con tante storie da raccontare. Le interviste che proporremo vi sveleranno qualcosa di più sui nostri soci e sul mondo ASSIF. Coincidenze, amicizie, simpatici aneddoti dal passato e i benefici di far parte dell’ASSIF, l’Associazione Italiana Fundraiser: questo e molto altro nella nuova rubrica “A tu per tu con il socio Assif”.

Siamo alla terza intervista della nostra nuova rubrica ed è la volta di Federica Maltese, referente territoriale del GT Piemonte, che sottolinea l’importanza delle competenze trasversali e quanto ASSIF sia per lei vera e propria linfa vitale!

1. La professione di fundraiser, una scelta o un caso?

Assolutamente un caso, almeno per me! Stavo per finire il dottorato, con la prospettiva di restare in Francia. Ho partecipato ad un bando sull’innovazione che aveva come premio la possibilità di seguire un corso universitario. Era il 2014, scelsi il Master in Fundraising perché volevo rendere sostenibile la piccola associazione di cui ero presidente. Il premio l’ho vinto, il Master l’ho frequentato e da lì in poi…beh, mi hanno fregata!

2. Quali sono secondo te le skills più richieste nella professione di fundraiser?

Domanda impegnativa. A leggere le candidature c’è praticamente di tutto. Nella vita reale mi sono accorta che saper gestire una campagna di advertising, usare i social, conoscere WordPress, avere minime competenze di copy e di grafica, ecc.. viene dato per scontato, ma non dovrebbe esserlo visto che sono, appunto, competenze trasversali! Tuttavia, in fondo, anche se non è mai scritto nelle job description credo davvero che la skill più richiesta (in modo inconscio) sia la sottile arte della diplomazia, da esercitare ogni giorno e in ogni contesto. Quando entri in una ONP, soprattutto le piccole o le medie associazioni, è una qualità fondamentale, perché non puoi mai imporre il tuo punto di vista, anche se hai ragione. È sempre una mediazione continua, sempre.

3. Quando sei entrato in contatto con Assif per la prima volta e cosa vuol dire per te far parte dell’Associazione Italiana Fundraiser?

Ho “scoperto” Assif appena uscita dal Master in Fundraising, perché cercavo dei colleghi senior con cui confrontarmi. Ero alle prime armi, tanta teoria e poca pratica, la voglia di conoscere colleghi più esperti era altissima. Il desiderio di confronto e, a volte, anche di sfogo, rimane per me una componente importante. So che dentro Assif trovo colleghi con cui condividere valori professionali, difficoltà e contesti lavorativi simili. Questo per me che patisco molto la solitudine lavorativa è davvero linfa vitale.

4. Che consigli daresti ad un giovane che vorrebbe intraprendere la carriera del fundraising?

Volontariato. Tanto. In oratorio, con gli scout, in un canile, all’estero, non importa. Fare volontariato aiuta a capire da dentro i meccanismi che muovono le piccole organizzazioni (e le grandi). A vederne il bene e il male, le debolezze e i punti di forza. Fare volontariato ti mette a contatto con i problemi e con le soluzioni, e ti dà il polso della marea umana che muove il mondo del terzo settore.

5. Dove porteresti a cena un major donor?

Dipende dalla ONP per cui sto lavorando. Tre anni fa sono stata volontaria in un campo profughi, a Katsikas, in Grecia. Se avessi avuto un major donor tra le mani lo avrei portato lì, tra le tende umide, il fango, la muffa, i bagni condivisi, l’estrema povertà e il senso di attesa straniante. Perché solo così, da dentro, puoi capire l’importanza del tuo aiuto.

6. Dì una cosa nel dialetto della tua regione a tutti i fundraisers?

Il torinese è meraviglioso, ma io sono mezza siciliana e mezza friulana, quindi non sono proprio la persona giusta. Però vi lascio con una domanda: chi di voi sa cos’è un cicles?

Foto Federica

 A cura di Eleonora Mancinotti, socia ASSIF

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