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A tu per tu

A tu per tu con i soci ASSIF

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“A tu per tu con il socio ASSIF” 

Dietro ad ogni socio ASSIF, c’è un fundraiser con tante storie da raccontare e questa è la testimonianza di Barbara Pingue, specializzata in organizzazione di eventi di raccolta fondi e gestione dei progetti che ha deciso di “sporcarsi le mani” e ha scelto il “mestiere più bello del mondo”.

1. La professione di fundraiser, una scelta o un caso?

Decisamente una scelta! Durante l’università (ho studiato legge) ho iniziato a fare volontariato e al tempo stesso a seguire corsi di organizzazione di eventi. Ho cominciato a ragionare sulla possibilità di creare qualcosa di bello che facesse anche del bene, per quello ho deciso di specializzarmi in eventi di raccolta fondi. Da lì ho cominciato a lavorare per associazioni non profit concentrandomi anche sulla comunicazione e sulla gestione dei progetti, e ogni volta che un progetto o un evento “fa del bene” capisco che la mia decisione è stata quella giusta!

2. Quali sono secondo te le skills più richieste nella professione di fundraiser?

Attenzione ai dettagli, empatia, diplomazia, pazienza, onestà, visione e coinvolgimento nella causa (non è propriamente una skill in senso lato ma credo sia fondamentale credere in quello che si fa, sembra scontato ma non lo è).

3. Quando sei entrato in contatto con Assif per la prima volta e cosa vuol dire per te far parte dell’Associazione Italiana Fundraiser?

Sono entrata in contatto con l’associazione relativamente da poco tempo, nel 2020. Far parte di ASSIF per me vuol dire far parte di una rete incredibile di persone con tanta passione e voglia di cambiare il mondo.

4. Che consigli daresti ad un giovane che vorrebbe intraprendere la carriera del fundraising?

Fare tanta pratica, “sporcarsi le mani”, capire l’importanza del proprio lavoro e trasmetterla esternamente.

5. Dove porteresti a cena un major donor?

Lo porterei a vedere dove e come la sua donazione avrebbe effetto, gli farei conoscere le persone che andrebbero a beneficiare del suo supporto e gli farei capire quanto la sua scelta potrebbe essere fondamentale per cambiare le cose, insomma cena con vista…del futuro!

6. A causa dell’emergenza Coronavirus, abbiamo affrontato nuove sfide e grandi cambiamenti dal punto di vista professionale. Quali difficoltà hai riscontrato lavorando con le organizzazione del non profit e come hai affrontato questo periodo?

Il Covid ha avuto per me un impatto molto forte lato personale e professionale, avendo perso il lavoro dopo poche settimane dall’inizio della pandemia. Ho cercato di reiventarmi lavorativamente e di sfruttare il tempo a disposizione studiando e partecipando ad attività legate al fundraising. Una volta ripreso a lavorare, le difficoltà maggiori sono state la mancanza di fondi dovuta al fatto che molte persone hanno spostato il focus donazione sulla emergenza Covid, l’impossibilità di creare momenti di condivisione in presenza, l’incertezza di creare eventi sul territorio che potevano essere cancellati all’ultimo e via dicendo…Dall’altra parte però si è reagito sfruttando maggiormente le possibilità che internet può dare, adattandosi a nuove modalità lavorative, ristrutturando i progetti, cambiando la comunicazione e credendoci ancora di più, questo è stato il gancio per non arrendersi

7. Dì una cosa nel dialetto della tua regione a tutti i fundraiser?

‘Ndove c’è gusto nun c’è perdenza.

Barbara Pingue Foto

 

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