Approfondimenti utili per coloro che praticano la professione o vorrebbero scoprire le opportunità del Fundraising .
“A tu per tu con il socio ASSIF”
Dietro ad ogni socio ASSIF, c’è un fundraiser con tante storie da raccontare. L’intervista che vi proponiamo oggi è quella di Rosa Porro, referente del neo-nato ASSIF Puglia ed esperta di crowdfunding.
1. La professione di fundraiser, una scelta o un caso?
Fin da piccola i miei genitori mi hanno resa partecipe delle loro attività di volontariato e sono cresciuta quindi con l’idea che fare volontariato fosse un gesto naturale. Ho partecipato a tante manifestazioni, progetti e crescendo mi rendevo conto che anche il mondo non profit non poteva fare a meno di progettualità, di organizzarsi e pianificare. Un mio caro amico mi introdusse nel magico mondo del fundraising e da quel giorno iniziai a documentarmi, cercare corsi per poter acquisire le competenze necessarie a intraprendere questa professione.
2. Quali sono secondo te le skills più richieste nella professione di fundraiser?
Un fundraiser deve avere un cocktail di competenze per poter gestire le diverse situazioni che possono crearsi all’interno di un’associazione. Per menzionarne una direi che l’ascolto è peculiare per poter creare sintonia tra associazione e donatori.
3. Quando sei entrato in contatto con Assif per la prima volta e cosa vuol dire per te far parte dell’Associazione Italiana Fundraiser?
Sono entrata in contatto con ASSIF molti anni fa, ho cercato a lungo di creare un humus fertile nella mia terra, la Puglia, dove effettivamente c’è bisogno di fundraiser professionisti e dove l’associazionismo è forte. Mancano tuttavia occasioni di incontro e scambio e ASSIF, oltre ad essere lAssociazione dei fundraiser, è anche un luogo di incontro e condivisione secondo me quindi far parte di questa associazione per me vuol dire essere riconosciuta come professionista, avendo la la possibilità di confrontarmi e crescere con colleghi che amano questo lavoro.
4. Che consigli daresti ad un giovane che vorrebbe intraprendere la carriera del fundraising?
Il mio consiglio può essere uno soltanto, cioè di studiare perché è questo che a mio avviso fa la differenza tra chi si improvvisa fundraiser e chi lo è veramente sperimentandolo sul campo, anche attraverso errori, che sicuramente aiutano a crescere e a formarsi.
5. Dove porteresti a cena un major donor?
Io sono una sognatrice per cui lo/la porterei in montagna, a cena sotto le stelle.
6. A causa dell’emergenza Coronavirus, abbiamo affrontato nuove sfide e grandi cambiamenti dal punto di vista professionale. Quali difficoltà hai riscontrato lavorando con le organizzazione del non profit e come hai affrontato questo periodo?
Ho immediatamente cercato di strutturare un piano di comunicazione che prevedesse l’utilizzo degli strumenti offerti da web. Fortunatamente ho constato una reazione positiva da parte di donatori e aziende e questo significa che quando si mettono in campo gli strumenti giusti, al momento giusto, ogni sfida può essere affrontata nel migliore dei modi.
7. Dì una cosa nel dialetto della tua regione a tutti i fundraiser?
Un sincero “Bonavenuta”.
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